Yak è un gioco competitivo da 2 a 4 giocatori della durata indicativa di 30-60 minuti, ideato da Michael Luu edito dalla Pretzel Games e portato in Italia da Asmodee.
In questo family game dalla componetistica sontuosa, dovremmo cercare di accontentare l’anziano del nostro villaggio, realizzando nel miglior modo possibile una maestosa torre di pietra.
Le pietre necessarie saranno trasportate su dei carretti trainati da quattro simpatici e pelosi bovini nepalesi: gli yak per l’appunto. Riusciremo ad essere più bravi e veloci dei nostri avversari?
Intanto, diamo un’occhiata al contenuto della scatola.
La scatola di dimensioni standard (ma dal peso ragguardevole), contiene al suo interno:
Piazziamo la plancia di gioco al centro del tavolo e posizioniamo i carretti con gli yak lungo il tracciato circolare rappresentato. E già a questo punto… è tanta roba!
Cerchiamo di capire chi tra gli astanti sia il più peloso e affidiamogli il baby yak, quale simbolo di primo giocatore.
Ciascun round di cui si compone la partita, consta di tre fasi distinte: nella prima, ciascun giocatore sceglie una delle tre carte che ha in mano e la gioca, nascosta, davanti a sè.
Nella seconda fase, seguendo l’ordine di turno, ciascuno svolgerà l’azione descritta dalla carta appena giocata.
Le azioni permettono di prendere risorse dal carretto difronte a noi, prendere risorse dal mercato comune, scambiare risorse per pietre oppure ampliare, con le pietre in nostro possesso, la nostra torre-piramide.
Risolte le azioni, gli yak riprendono la via e si spostano davanti al giocatore successivo.
Il mini yak viene passato al giocatore successivo e si inizia un altro round, fintantoché qualcuno riesce a completare il quarto livello della torre.
A questo punto si procede al calcolo del punteggio che premierà i mattoni adiacenti dello stesso colore e il numero di gruppi di mattoni diversi presenti nella nostra costruzione.
Si sommano punti extra assegnati a chi ha innescato il fine partita, per eventuali risorse extra avanzate e per le carte bonus scelte ad inizio partita.
Yak è certamente un gioco proponibile a qualsiasi tipo di giocatore, dai più scafati e smaliziati finanche a chi si avvicina per la prima volta al gioco da tavolo moderno. La semplicità del regolamento lo rendo fruibile a chiunque: ci sono sostanzialmente solo tre possibili azioni da poter fare e dunque da dover spiegare.
Tutte le partite iniziano tranquille: ciascuno sarà portato a coltivare il proprio orticello (o meglio, il proprio muretto) senza curarsi di cosa stiano combinando gli avversari.
Turno dopo turno, però, il pathos via via aumenta. Ci si rende presto conto che ogni volta che facciamo nostre le risorse sul carretto dinanzi a noi, dovremo pescare un mattone a caso dalla riserva e questo pietrone si renderà disponibile il turno successivo ad uno dei nostri avversari.
Col passare dei turni, riusciremo ad accumulare un buon tesoretto di risorse, non è però detto che riusciremo anche a spenderle per acquistare pietra, visto che tutti i carretti hanno dei vincoli che inibiscono lo scambio con l’una o l’altra merce.
Un minimo di pianificazione a breve termine si rende quindi necessaria per non trovarsi in balia degli eventi o, peggio, della nebbia.
Ebbene sì, questo gioco porta con sé anche una certa dose di aleatorietà. Gli yak come tutti sanno, avendo il pelo che ricopre loro anche gli occhi, digeriscono ben poco la nebbia. Tendono facilmente a perdersi per le stradine polverose del villaggio! Ecco che, se dovessimo pescare una pietra “nebbia” dal sacchetto, dovremo invertire il senso di marcia dei carrettini e questo potrebbe gettare alle ortiche tutte le nostre elucubrazioni ingegneristico-architettonico-artistiche.
Va precisato che il regolamento adotta un meccanismo che fa diminuire la probabilità di pescare un banchi di nebbia mano a mano che i round si susseguono.
Per aggiungere ancora un pochino di pepe, le risorse che ciascun giocatore potrà stoccare nella sua plancia villaggio saranno limitate: non è quindi possibile temporeggiare in attesa che arrivi proprio-quella-pietra-che-mi-serve-per-fare-una-vagonata-di-punti. Dovremo saperci adattare e tenere a mente che resta fondamentale tener d’occhio tutti i nostri avversari per evitare che chiudano la partita quando noi stiamo ancora costruendo le fondamenta della torre!
Durata contenuta della partita anche quando è affrontata in 4 giocatori, regolamento semplice, lineare e strutturato in modo tale da scongiurare la piaga della paralisi da analisi, materiali a dir poco sontuosi, colpo d’occhio di primissimo piano (leggasi: effetto wow assicurato!), azioni in numero limitato e immediate fanno di Yak un gioco che difficilmente potrà scontentare qualcuno!