Fyfe è un gioco astratto per 2-5 giocatori ideato da Kosch e distribuito dalla Pegasus Spiele, nel quale vi ritroverete in una spiaggia incontaminata della Polinesia o dei mari del Sud a… sistemare gettoni colorati!
A discapito della scatola, in cui un’evocativa illustrazione mostra degli indigeni affaccendati in una qualche attività in riva al mare, una volta posizionate le plance di gioco e iniziata la partita, tutta l’ambientazione di Fyfe inizia e svanisce al primo turno di gioco.
Un bene? Un male? La realtà è che questo astratto funziona benissimo anche senza una qualunque ambientazione pretestuosa appiccicata a forza.
Va però sottolineato lo sforzo dell’illustratore, Lukas Siegmon, di dare al gioco una grafica curata e coerente che dà certamente un valore aggiunto al prodotto, già di per sé curatissimo nella produzione.
La componentistica di Fyfe è a dir poco, sontuosa, tanto più se paragonata a titoli che condividono meccaniche simili, rimanendo tra gli astratti. All’interno della scatola troviamo infatti:
Il gioco è piuttosto lineare nel suo svolgimento; nei venticinque turni di gioco i giocatori dovranno:
Nel sacchetto comune di token saranno inseriti anche dei gettoni conchiglia bonus (dopotutto siamo pur sempre su di una spiaggia di qualche atollo deserto): nel caso se ne peschi uno, ciascun giocatore potrà attivare una delle sue tessere portafortuna ed eseguirne l’azione (tipicamente scambiare gettoni già posizionati, sostituire il gettone della riserva e così via)
Al termine dell’ultimo round in cui non si dovrà pescare alcun token ma dovrà essere obbligatoriamente piazzato quello presente nella propria riserva, la partita si conclude. Chi avrà totalizzato il punteggio più alto sarà decretato vincitore!
In Fyfe lo scopo del gioco è quello di creare dei pattern che, mano a mano, noi stessi “dichiareremo” di voler realizzare, posizionando le varie tesserine surf lungo righe colonne e diagonali della nostra plancia.
La peculiarità è data dal fatto che il posizionamento dei gettoni è legato a tre tipologie di vincoli: il numero indicato nel token, il suo colore e l’immagine stampigliata.
La difficoltà sarà quindi su tre livelli, anziché su due soli, come avviene già per altri giochi che condividono meccaniche simili.
L’inevitabile fattore aleatorio intrinsecamente presente nel meccanismo di pesca è parzialmente calmierato da un secondo token sempre disponibile nella riserva. Il posizionamento del token potrà sempre essere fatto scegliendo tra i due disponibili.
I vari pattern da realizzare non sono predeterminati, ma sarà il singolo giocatore a scegliere la difficoltà della scommessa da vincere. Ovviamente minori saranno i gradi di libertà e maggiore sarà il controvalore in punti vittoria.
Già dalle prime partite si può vedere come sia più redditizio assegnare tessere punteggio più ostiche nei primi turni di gioco, avendo la propria plancia quasi completamente libera e quindi con molti meno vincoli da rispettare.
Da quanto anticipato sopra, si capisce che l’interazione in questo puzzle game sia sostanzialmente assente. Daremo uno sguardo alle plance dei nostri avversari soltanto per verificare se un gettone si già stato pescato e di conseguenza quanti altri siano a nostra disposizione nel sacchetto. Questo per decidere se avventurarci o meno in un pattern piuttosto che in un altro.
Il target family, legato anche ai materiali a disposizione ed al colpo d’occhio di tutto rispetto una volta apparecchiato, è sicuramente centrato. Per i giocatori più piccoli potrebbe essere forse più difficile (o stimolante!) affrontare un puzzle che richiede di incrociare schemi considerando tre vincoli. Il vantaggio è che tutti gli obiettivi disponibili sono noti fin da subito e quindi la pianificazione, al netto della buona sorte nella pesca, è il cuore del gioco.
Fyfe è un bel rompicapo che ti tiene costantemente sulle corde, ogni posizionamento sarà sofferto e sempre più vincolato. Ma la soddisfazione di completare, con quel gettone che ho finalmente pescato, una combo di riga/colonna e diagonale… non ha prezzo!