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The Thing gioco da tavolo

The Thing: il racconto della partita nella Blue Room Pendragon

La PlayModena 2021, l’edizione della fiera della ripartenza, abbiamo avuto il privilegio di essere invitati da Pendragon Game Studio nella loro Blue Room, all’interno del loro stand per una anteprima di The Thing, titolo semi-collaborativo (o collaborativo con traditori o collaborativo con… tanti traditori), che ci cala nei panni degli ignari occupanti dell’U.S. Outpost 31, in cui è ambientato l’omonimo film di John Carpenter.

Diario di bordo del capitano EsploraTobey

Anno terrestre: 2021

Location: ModenaPlay

Posizione estatta teletrasporto: Blue Room Pendragon Game Studio

Eccoci quindi in otto attorno ad un tavolo: sono presenti, oltre al vostro amato EsploraTobey anche altri sette tra blogger, youtuber, vlogger, divulgatori che per mero campanilismo e per vendicativa ripicca (poi capirete…) mi guardo bene dal nominare.

Come nel film ci troviamo in questo avamposto sperduto tra i ghiacci dell’Antartide, al freddo e al gelo, con poco cibo, poco carburante, tagliati fuori dal mondo. Come se la situazione non fosse già di per sè disperata, sappiamo che uno tra di noi è stato sicuramente infettato dalla Cosa.

Va da sè che il simpatico alieno non veda l’ora di far la pellaccia a tutti o comunque di infettare chiunque gli si pari davanti.

Con queste premesse, cominciamo la partita.

Sappiamo che nel setup iniziale uno di noi è stato infettato. Ma chiaramente non abbiamo idea di chi sia.
Ciascuno dei giocatori impersona uno dei protagonisti del film. Nel caso di specie, a me è stato attribuito il ruolo del dottore di bordo. Avrò la possibilità di fare dei test del DNA all’equipaggio e di verificare se siano o meno stati infettati. Cosa che mi si ritorcerà drammaticamente contro… destino beffardo.

Tutti i convenuti iniziano la partita demo guidati nientepopodimeno che dai due autori: Andrea Crespi e Giuseppe Cicero.
Con un tutorial “game-through” iniziamo subito a capire quanto sia complesso per gli umani averla vinta. Dobbiamo riuscire ad andarcene con uno dei due mezzi a disposizione, che sia l’elicottero o il gatto delle nevi, senza però portare con noi un alieno sotto mentite spoglie.
Ecco quindi che dovremo girare per il laboratorio a cercare armi, a riparare danni e tenendo a mente che ogni volta che ci troveremo in una stessa stanza con un altro giocatore si potrebbe verificare una possibile infezione aliena…

Tutto il gameplay si fonda sul bluff, sulla non conoscenza. Ciascuno può solo fare ipotesi. E dubitare di tutto e tutti. I ruoli saranno nascosti fino alla fine del gioco. Il solo dottore potrà effettuare dei test del DNA per capire se un personaggio sia sano o stia mutando.
Ma ahimé, anche i test hanno una certa percentuale di errore… ecco che quindi lo stesso equipaggio potrà iniziare a dubitare dello stesso medico, insinuando più o meno velatamente che esso stesso stia deliberatamente falsando i test. E metterlo dunque sulla graticola.
Proprio com’è successo allo sfortunato ed incolpevole Tobey.

Il gioco scorre fluido, ci sono spesso accese discussioni tra tutti gli otto membri del party per perorare la propria causa o millantare la propria innocenza.
I turni si susseguono piuttosto rapidamente e, con altrettanta rapidità, tendono ad esaurirsi carburante, viveri e tutto quello che può servire
agli umani per sopravvivere.

Per vincere gli umani devono lasciare la base senza portarsi dietro alcun infetto, nè tantomeno lasciare a morire di freddo e stenti degli incolpevoli e sani compagni.

Se vi chiedete se se l’abbiamo fatta… la risposta è ovviamente no! La cosa era riuscita ad infettare tre giocatori, nessuno era riscito a scoprirla nè tantomeno ad arrostirla col lanciafiamme.
Il comandante designato aveva fatto salire sull’elicottero riparato due alieni su tre, lasciano me, povero ed incolpevole ma senza prove, al gelo del polo sud…

Riuscirete voi a far meglio?

The Thing: gioco cooperativo dall’ambientazione sentitissima, teso dal primo all’ultimo turno e senza alcun tempo morto anche se giocato al massimo numero di giocatori cosa che, anzi, rende l’esperienza assolutamente superlativa!

Provare per credere!