Chi non ha mai giocato con dei dadi?

Che siano dei classici dadi numerati a sei facce oppure dei dodecaedri decorati con i simboli più particolari, scommettiamo che almeno una volta vi sarà capitato di agitarli nel palmo della mano per farli poi rotolare nel tavolo da gioco. Se non altro in una partita al caro vecchio Gioco dell’Oca!

I dadi hanno per me un aspetto affascinante. Forse perché rappresentano l’incertezza, la possibilità di ribaltare il gioco e portarti alla vittoria, così come fartela sfiorare per poi trasportarti all’ultimo posto, se sono a te avversi. Si potrebbe parlare di semplice fortuna, ma credo che dietro alle centinaia, anzi migliaia di combinazioni che possono verificarsi ad ogni singolo lancio ci siano dietro dei meccanismi ben più complessi e interessanti.

In molti giochi da tavolo i dadi offrono ai giocatori la possibilità di mischiare alla propria capacità ed astuzia meccanismi aleatori che sbilanciano il gioco a favore dell’uno o dell’altro giocatore. O è tutta una grande illusione?
Potrei citarvi i Coloni di Catan oppure Risiko, giochi che hanno fatto dell’elemento aleatorio e del caso il loro punto di forza. E forse è proprio per questo possono essere così amati od odiati dai giocatori.

Mi piace pensare che attraverso la statistica ed il calcolo delle probabilità si possa in qualche modo governare l’incertezza nel gioco, ma anche che un pizzico di fortuna, quando serve, sia davvero indispensabile.

E voi cosa ne pensate? Amate i giochi in cui dovete affidarvi alla sorte, o preferite avere ogni singola mossa sotto controllo?

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