Bumúntú: alla ricerca del favore degli animali
Domenica pomeriggio, voglia di avventura e di evasione?
Quale miglior modo di sfogare tutto ciò nel bel mezzo di un quasi lockdown, se non sfidandoci a Bumuntu, (o Bumúntú com’è più corretto), il gioco da 2 a 5 giocatori, localizzato in italiano nel 2020 da Ghenos Games.
Per l’occasione abbiamo con noi anche Tofu, così da mettere in campo tre capi tribù della remota regione africana che ospita le tribù Bakongo.
Telecronaca dettagliata di una partita a Bumúntú in tre giocatori
In Bumúntú, poche semplici regole illustrate in maniera chiara e lineare in un bel regolamento ricco di immagini esplicative che lasciano poco spazio a dubbi interpretativi.
Io sono carichissimo! Sento già che questa volta riuscirò ad avere la meglio su Elly che alla prima partita mi ha letteralmente stracciato. (Cosa che ormai inizia ad essere un’amara consuetudine 🙂 ).
Per l’occasione decido di mettere in campo gli otto set di animali che danno maggior interazione, così da poterci dar fastidio a vicenda, aumentando al massimo l’interazione.
Inizio partita abbastanza scacchistico.
Ognuno parte da un lato diverso del tabellone e “coltiva il suo orticello”: prendiamo un po’ di token cibo-banana, che ci saranno utili quando la penuria di tessere animali inizierà a pesare. Iniziamo poi a creare un embrione di set iniziali di animali su cui puntare, focalizzandoci sulle prime “tessere avanzamento” che ci permetteranno di plasmare la plancia “favore degli animali” secondo la nostra convenienza.
Ma le tessere iniziano presto a scarseggiare. Infatti, pur essendoci 16 tessere avanzamento che consentono di modificare la classifica, già in tre giocatori si capisce presto quali siano gli animali su cui puntare. E ovviamente, tutti iniziano a cercare di accaparrarseli al più presto.
Ecco quindi i primi colpi bassi.
Tofu salta su un rinoceronte solo allo scopo di levarsi dai piedi il povero e innocente Tobey che si era costruito la successiva mossa con un abile utilizzo dell’amica tarantola, spostando una tessera a suo uso e consumo. Tutto inutile. Tobey cacciato a bordo giungla e strategia da rifare.
Elly approfitta della cosa saltellando indisturbata da un fenicottero all’altro e facendo scalare la classifica al simpatico pennuto rosato.
Colpito nell’onore (e nel punteggio) decido quindi di bruciare non uno, non due, non tre… ma ben sei gettoni cibo, al solo scopo di vendicare l’onta subita (nel gioco non c’è la capra, ma considerate che il sottoscritto talvolta riesce ad essere dispettoso come la simpatica erbivora barbuta!)
A spregio degli avversari, lanciando tutti i token banana spesi, urlando al cielo a squarciagola “Bumuntu!”, riesco a far mio il famigerato Black Mamba (cattivo come la velenosa e letale Uma Thurman di Tarantino). Con perfetto calcolo della mossa più carognosa possibile, mi sposto vicino alle mie avversarie, facendole spostare entrambe e scombinando loro tutti i piani! Che la vittoria sia con me! 🙂
La partita a Bumúntú procede spedita secondo questo leitmotiv di cattiverie reciproche finché, dopo poco più di una mezzoretta, l’ultima tessera avanzamento viene conquistata da una Tofu in grande spolvero.
Chi vincerà?
Si passa al conteggio punti, e considerati tutti i set di animali sono in testa!
Peccato che nella foga di prendere set di animali a destra e manca, ho dimenticato di ingraziarmi gli spiriti, trascurando di raccogliere qualche effige di Nkisi in più dei miei avversari. Risultato finale: Elly con un colpo di reni degno del più navigato dei velocisti… sorpassa e saluta. Ennesima Caporetto per Tobey!
Breve resoconto di Bumúntú
Bumúntú è un gioco facile da intavolare, abbastanza veloce se giocato senza la pretesa di essere Garry Kasparov, tanto che può quasi essere considerato un filler cattivo al punto giusto.
Giocato in uno contro uno è più strategico. Si riesce a pianificare qualcosa anche a medio termine, cosa abbastanza difficile se il numero di avversari aumenta.
Cosa aggiungere?
Setup sostanzialmente immediato, buona scalabilità, materiali davvero superlativi e, non da ultimo, scatola con comparti sagomati con tanto di bassorilievo “giraffoso” (scriverò alla Crusca per il placet sul neologismo).
Provare per credere!
#EsploraConNoi
Tobey