Mille Fiori è un gioco competitivo per 2-4 giocatori ideato dal prolifico Maestro Reiner Knizia, pubblicato da Schmidt Spiele e portato in italia da Devir.
Saremo dei mastri vetrai, esperti per l’appunto dell’antica arte decorativa Millefiori: piazzeremo i nostri tasselli traslucidi nelle cinque zone del tabellone di gioco, cercando di realizzare le combinazioni più remunerative per ottenere così fama, prestigio e, non da meno, vincere la partita!
La scatola di dimensione standard contiene al suo interno:
Posizionato il tabellone di gioco al centro del tavolo, distribuiti i rombi-diamante a ciascun giocatore e date 5 carte a ciascuno, si è sostanzialmente pronti a partire!
Il round parte da un draft in cui ciascun giocatore trattiene una carta tra le 5 pescate passando le rimanenti al giocatore a fianco. A turno si giocherà poi la carta scelta e, in base al suo colore, si potranno posizionare i tasselli nella relativa area.
Ciascuna delle cinque zone in cui è diviso il tabellone (Residenze / Cittadini / Commercio / Porto / Laboratorio) assegna punti in modo differente. Otterremo punti per serie connesse di diamanti dello stesso colore, per righe dello stesso colore, per set uguali, per livello raggiunto e così via.
Si continua con questo semplice schema fintanto che un giocatore non abbia piazzato il suo ultimo diamante o quanto si esaurisca il mazzo di pesca.
Chi alla fine avrà ottenuto il punteggio più alto sarà il vincitore.
Mille Fiori è un family game astratto adatto a tutti: le regole sono poche e già dopo il primo turno tutti i giocatori avranno familiarizzato con i vari meccanismi di punteggio per ciascuna delle aree in cui viene suddivisa Venezia.
Complice il nostro essere indigeni locali, non abbiamo mai pensato che il titolo Mille Fiori si riferisse ad un gioco di collezione set in cui ci fossimo trovati di fronte a fiorellini petalosi ed apine ronzanti; vero è che il tema è pressoché un pretesto, come nella stragrande maggioranza dei giochi del prolifico autore bavarese anche se tutto l’artwork e la bella componentistica, in primis i rombi traslucidi, danno una grossa mano.
Come per i tassellini di “vetro” che di turno in turno coloreranno il tabellone e, nonostante i diversi colori, creeranno un tutt’uno organico, così le cinque zone di Venezia, daranno vita ad altrettanti diversi minigiochi distinti ma dal sapore di un’unica interessante sfida. Ciascuno degli sfidanti potrà focalizzarsi su due / tre aree specifiche, per massimizzare il risultato finale.
Certo, la voglia di fare tutto, di popolare tutte le aree è sempre in agguato, ma raramente rappresenterà la strategia migliore.
Il draft della mano di carte a inizio turno sarà per ogni giocatore croce e delizia e vi obbligherà a qualche ragionamento che, forse, non vi aspettavate. Il primo giocatore del round potrà, con la carta prescelta, portare avanti la sua strategia senza interferenze; i giocatori successivi dovranno sperare che le giocate di chi li hanno preceduti non abbiano mandato all’aria i loro piani ovvero, scegliendo la carta da tenere in mano, dovranno pensare a “come mi converrebbe fare se…”!
Piazzare un diamante, oltre a dare punti a chi l’ha giocato, può far avanzare anche altri giocatori. Se una giocata è fatta con leggerezza, potrebbe portare a voi solo qualche punticino e “regalare” qualche decina di PV ad un altro fortunato aspirante vetraio.
Il bilanciamento tra le varie aree è ottimo. Non c’è un’area più potente di un’altra: la bontà o meno di un certo piazzamento dipende dalle opportunità tattiche gli avversari che ci hanno preceduti nel turno ci lasciano a disposizione. E’ da considerare che l’approccio tattico strategico tende a cambiare al variare del numero di giocatori: in una partita a 4, riceveremo una nuova mano di carte ad ogni nuovo turno; diversamente in 3 giocatori il draft mi porterà a rivedere l’ultima carta rimasta della mano iniziale: nasce quindi la possibilità reale di provare una pianificazione a breve termine cercando di “anticipare” la carta che ci ritornerà nell’ultima tornata.
Per chi si trova spesso nella situazione di giocare in coppia, vi riportiamo qualche breve spunto che crediamo possa essere utile!
Partiamo dalle conclusioni: Mille Fiori funziona nella sua configurazione a 2 giocatori? La risposta è senz’altro: sì!
In partite testa a testa, sarà imprescindibile concentrarsi anche su quanto sta archittettando il nostro rivale: non è possibile coltivare il proprio orticello e “limitarsi” a massimizzare i punti ottenuti. Ci troveremo spesso nella situazione di dover scegliere se realizzare una buona combo, o piazzare un nostro diamante per impedirgli di fare ottenere dei succosi bonus.
Dovremo assicurarci di curare tutte le varie zone del tabellone. Trascurarne anche solo una (cosa assai usuale in partite a 3/4 giocatori) si rivelerà ben presto una pessima strategia. Il draft di carte a due consente di conoscere quasi per intero la mano dell’avversario. Questo dettaglio, non da poco, apre una nuova possibilità strategica: giocare sul nostro avversario. Portarlo ad utilizzare una specifica carta in un determinato momento, così da trarne il maggior vantaggio per noi. Troppo macchiavellico? No, semplicemente un gioco ideato e ben sviluppato da Reiner Knizia!
Perché vi consigliamo questo gioco?
Mille Fiori è un gioco family, approcciabile da qualunque tipologia di giocatore, dai più navigati ai novizi. Si può giocare in maniere più matematica, ragionata e impegnata o anche semplicemente in versione estremamente light, quasi solo per il piacere di veder colorare il tabellone con i nostri diamantini traslucidi!
La scalabilità più che buona: in due giocatori si presta a qualche strategia aggiuntiva e viene ad aumentare la parte di interazione indiretta cattivella; aumentando il numero di mastri vetrai, Mille Fiori può essere avvicinato in maniera più serena e “pacifica”!
In alcuni altri commenti che si trovano sparsi per la rete, si mette in evidenza il fattore “insalata di punti” by Knizia. Non sarà inusuale terminare una partita oltre la soglia dei 200 pv: questo è realmente ascrivibile come problema?
A nostro avviso alla fine di una partita, specialmente se giocata in maniera family-style, il fatto che quasi tutti possano aver fatto una generosa vagonata di punti dà comunque a vincitori e vinti una discreta soddisfazione; le combo e la meccanica per la quale con un mio piazzamento trarrà beneficio anche un avversario, fa sì che, a conti fatti, raramente ci troveremo davanti a differenze di punteggio troppo sfacciate.