Brew è un gioco competitivo da 2 a 4 giocatori ideato da Stevo Torres, edito dalla Pandasaurus Games e localizzato in italiano da Ghenos Games in cui dovrete cercare di mettere un po’ d’ordine nel ciclo delle stagioni che sembra essere impazzito.
Per riuscire nel vostro intento dovrete utilizzare sapientemente manciate di dadi, animali fantastici e intrugli segreti, combinandone al meglio gli effetti: ma andiamo con ordine!
La cosa che salta all’occhio anche prima di aprire la scatola è l’artwork. Le illustrazioni, molto ben realizzate, si scostano dall’inflazionato stile comics-fumetto ma tendono più ad un inusuale modern manga.
Resta però il dubbio: si tratterà dell’ennesimo gioco in cui addestrare animalini pucciosi ed innocui e coltivare serenamente il proprio orticello fino a scoprire chi sarà stato il più abile?
La risposta è no! Saranno botte da orbi dall’inizio alla fine della partita. Qui l’interazione c’è, si sente, è parte integrante del gioco e sa essere davvero cattiva talvolta.
Aperta la scatola dei medie dimensioni, troviamo a nostra diposizione:
Ad inizio partita i giocatori decidono se utilizzare i poteri speciali dei personaggi per rendere leggermente asimmetrico il gioco, o utilizzare il lato base della loro plancia giocatore così da avere tutte le stesse abilità.
Una volta lanciati i nostri 4 dati foraggio e i nostri due dadi elemento, nel nostro turno di gioco dovremo necessariamente posizionare un dado in uno spazio corrispondente nel villaggio o in una delle carte foresta che saranno via via a disposizione.
Gli spazi del villaggio danno essenzialmente la possibilità di ottenere, scambiare risorse o di evocare creature. Anche le carte foresta hanno slot che permettono di ottenere risorse. La differenza sostanziale è che a fine round il giocatore che ha la maggioranza dei dadi del suo colore su una specifica carta foresta, può riscattarla ottenendo pv e bonus per eventuali creature che si decidesse di assergnarvi.
Oltre ai vostri 4 dadi, disporrete anche di 2 dati elemento “neutrali”, di colore uguale per ciascun giocatore.
I simboli riportati su questi dadi (Acqua, vento, fuoco) oltre ad avere potere speciali, hanno la peculiarità di poter essere posizionati im qualunque slot foresta, ignorandone il requisito.
L’altro lato della medaglie è che, di contro, quando valuteremo le maggioranze su ciascuna foresta, i dati elemento andranno a fare “gioco a sè”, e quindi giocheranno un ruolo molto importante nell’assegnazione delle carte foresta.
Le risorse ottenute, ci serviranno per addestrare delle creature che saranno a nostra disposizione e che forniranno bonus in itinere o punti extra a fine partita.
Potremmo avere attive un massimo di tre creature, dopodichè dovremmo liberarle, possibilmente in una foresta già in nostro possesso per assicurarci extra PV a fine gioco.
Come già scritto ad inizio recensione, Brew è tutt’altro che un giochino carico, coccoloso e pieno di animaletti pucciosi che scodinzolano allegri per le ridenti foreste.
Siamo di fronte ad un gioco che ha nel piazzamento dadi il suo motore centrale. Peculiarità e novità inserita in questa meccanica è l’utilizzo dei cosiddetti dadi elementi.
Oltre ad avere abilità particolari, che differiscono da quelle dei dadi standard di ciascun giocatore, rendono ancora più interessante e serrata la lotta per ottenere la maggioranza sulle carte foresta, non sommandosi ai dadi del giocatore che li piazza ma facendo maggioranza a se stante.
Sempre grazie alla trovata dei dadi elemento neutrali, la scalabilità è perfetta. Il gioco gira molto bene in qualunque numero di giocatori. E’ raro in effetti trovare un titolo che sfrutti il sistema delle maggioranze che funzioni bene anche in soli due giocatori.
L’interazione è tanta, diretta e piuttosto cattiva. Potremo intraprendere varie strategie: puntare alle maggioranze nelle foreste per ottenerne il maggior numero possibile, puntare sulle creature da addestrare massimizzandone i bonus o, non meno divertente, cercare di metterci sempre e comunque di traverso in tutti i piani dei nostri avversari per mandare all’aria i loro piani!
Piazzamento dadi utilizzato per perseguire un controllo maggioranze su territori: due distinte meccaniche che in Brew si fondono alla perfezione dando la sensazione di un flusso che si sviluppa in modo lineare e senza forzature di regolamento.
Semplice da spiegare e di durata abbastanza contenuta, già dalle prime partire, se non dai primi turni, vi sarà subito chiaro che la profondità strategica non ha nulla da invidiare a titoli ben più corposi e lunghi.